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Nadia Banaudi

Svolazzi e scritture

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intervista

La mia intervista a Notte di Serena Bianca de Matteis

22 gennaio 2018 da Nadia Banaudi 26 commenti

Benvenuta Serena Bianca de Matteis, sono felice ed elettrizzata di averti nel mio salottino virtuale. Ero più che impaziente.

Leggere in anteprima il seguito del romanzo di formazione che avevo amato, Buck, la storia di un lupo e di un ragazzo uniti nell’amore e nel perdono (lo trovate cliccando QUI), è stato per me motivo di orgoglio, quanto oggi presentare la tua intervista.

Ma prima svelo ai lettori la trama.

Notte

Le nostre azioni hanno conseguenze e una scelta può cambiare il corso di una vita: lo sa bene Heath che, dopo avere lasciato Highwood e perduto il suo migliore amico, non riesce a trovare pace. A complicargli l’esistenza ci si mettono anche un nonno sciamano, una madre ingombrante e soprattutto la bizzarra Anna Charmaine, Sacco d’Ossa. Un passo dopo l’altro e tra Anna e Heath diventa una questione di vita o di morte: non solo per loro due, ma per tutti coloro che saranno coinvolti.

  • Ecco finalmente il seguito di Buck il romanzo di formazione con protagonisti un ragazzo (Heath) e il suo mezzo lupo (Buck). Sottolineo il finalmente perché prima di pubblicarlo hai impiegato…

In realtà da quando ho pubblicato “Buck” all’uscita di “Notte” è passato solo un anno e mezzo. Dico “solo” perché scrivere un romanzo in un anno e mezzo non è affatto male! Quello che è il MALE, invece, è fare come avevo fatto io: impormi scadenze impossibili da rispettare. Volevo uscire con Notte a dicembre 2016, se ci penso adesso è inevitabile farmi una grassa risata.

*Credo sia facile credere tutto sia programmabile e concretizzabile, mentre stare nei tempi creativi non è un impegno da poco, e la fretta rischia di non essere buona consigliera. 

  • Il motivo dell’attesa è da spartire tra il tempo per la famiglia, il lavoro e…

… e tre antologie solidali, la prima uscita a ottobre 2016 e le altre due nel 2017 a maggio e novembre. Con le presentazioni, le interviste, gli eventi – permettimi di ricordare qui Bookcity 2017, una vera festa – e le grandi emozioni che si sono portate dietro. Un’esperienza bellissima alla quale valeva la pena dedicare del tempo.

*Direi che hai speso molto bene il tempo nel frattempo, da tappeto rosso. Tre opere lodevoli e ben realizzate. 

  • Ma, trattandosi di una tutor di scrittura creativa e di una storia sequel nella sua progettazione, questa seconda puntata era nell’aria da sempre, immagino.

Non ci crederai, ma adesso che ho alle spalle un secondo romanzo terminato mi sento molto meno tutor di quando sono partita. A dire la verità, “tutor” mi sembra troppo, per me. Più scrivo e più mi sembra di non sapere niente; mi limito a condividere quelle quattro cose di base che so, se qualcuno mi chiede di farlo. Ho moltissimo da imparare e ho anche voglia di fermarmi per un po’ per rimettermi a studiare.

Quanto alla seconda puntata… era prevista, certo, ma non in questa forma. Notte non esisteva nella prima progettazione dei romanzi. E per dirla tutta… non esisteva nemmeno Buck! Incredibile, vero?

*Il tuo atteggiamento mi piace moltissimo. Nonostante sia inopinabile la tua capacità scrittoria hai sempre una certa ritrosia ad accettare i complimenti! E per il resto, il bello di dove ti porta la scrittura è proprio scoprirlo scrivendo. 

  • Il titolo che hai scelto è molto evocativo, con la doppia valenza del suo nome: Notte. Vuoi raccontarci come è nato?

Nella storia i lupi portano nomi di elementi naturali che rispecchiano la loro, diciamo così, personalità. “Notte” è un nome molto femminile, secondo me… pensa solo a tutta la storia di Yn e Yang, sole e luna. Un nome perfetto per la mia piccola lupa coraggiosa. Non voglio dire altro per non svelare troppo del libro. In compenso ti faccio io una domanda: secondo te come si chiamerà il terzo libro? Chi ha letto “Buck” e “Notte” può facilmente indovinare.

*Uh difficile, ma ci provo. Anche se Agnes mi frulla, mi sovviene il nome Luce o comunque l’idea che ci sia un esito positivo, luminoso, ma potrei essere molto lontana. 

 

  • Anche la copertina è piuttosto particolare, disegnata appositamente su tua indicazione?

L’artista che ha creato la copertina si chiama Caterina Baldaro, e ha centrato immediatamente il bersaglio. Le ho dato qualche elemento della storia, lei ha replicato subito mandandomi dei bozzetti e in pochi giorni la copertina è nata. Ma l’idea originale è sua e, al confronto, la prima cover creata da me impallidisce. Non c’è niente da fare, la mano del professionista si vede eccome.

*Ecco quegli schizzi che erano apparsi sul tuo blog! Ora capisco meglio e colgo l’occasione per fare i complimenti alla mano che ha ideato questo splendido connubio donna-lupo. Un lupo che fuoriesce da una donna. Una donna con l’anima da lupo. Un incrocio di anime e indoli davvero interessante.

  • Ritroviamo i personaggi del primo romanzo e ne incontriamo alcuni nuovi. Ho ribadito la mia simpatia per il personaggio femminile Anna “mucchio d’ossa”, tu, per un attimo super partes, chi hai stilato nelle tue preferenze?

Io amo il mio Heath, perché so chi diventerà. Poi Buck, ovviamente, che ormai vive con noi: è il mio cane invisibile. E poi adoro Neena perché, nel caso non lo si fosse capito, praticamente sono io, soprattutto nel suo essere una madre iperprotettiva e rompiscatole!

*Che rivelazione!

  • Anche questa volta ho trovato sublime la narrazione legata al mondo animale. Leggendo mi si è acceso lo schermo e ho visto i lupi cacciare e lottare in un realismo avvincente. Ci sveli quali trucchi che hai usato? Giorni e notti di appostamenti nel loro habitat naturale? Puntate su puntate di National Geographic? Amore smisurato per gli animali?

Tranne gli appostamenti, tutto quello che hai detto e in più la lettura di diversi articoli e saggi, tra cui uno particolarmente potente: “Among Wolves” di Gordon Haber.

Haber, che ha ispirato il personaggio del professor Havers, ha trascorso 43 anni della sua vita con i lupi, prima come guardia forestale e poi come ricercatore. È morto quando, nel 2009, il suo aereo da ricerca si è schiantato nel Parco Nazionale di Denali, Alaska. Il suo pilota, che si salvò, e i suoi colleghi e collaboratori riferiscono che i lupi hanno ululato per diverse ore dopo la sua morte. E ci sta: con la morte di Haber i lupi dell’Alaska hanno perso il loro più fiero difensore.

Il libro raccoglie estratti delle pubblicazioni scientifiche di Haber, stralci del suo diario, disegni e fotografie. Ne escono i ritratti di un uomo eccezionale e dell’animale più simile all’uomo per la complessità della struttura sociale, la finezza del linguaggio e la cura amorevole della prole. E poi… i lupi si “sposano” per la vita. Ti dice niente?

*Mi sono ripromessa di non fare spoiler e non lo farò, ma come mi prudono le mani su questa citazione!

  • Alla storia principale di Buck e Heath, cresciuti e alle prese con la vita, hai collegato quella dei segreti di famiglia di Anna. Perché nessuno in realtà è una persona semplice, nessuno è esente dal commettere errori anche se in buona fede e nessuno si salva da solo.

Anna è il frutto dei segreti di sua madre… e non solo. Spero però di avere trasmesso il messaggio che anche Chloe ha fatto del suo meglio. Alla fine, ciascuno fa quello che può, né più né meno di questo. L’importante è sbagliare con amore.

*Confermo che anche questo messaggio arriva forte e chiaro, infatti è molto difficile leggendo dare colpe, per lo più si riesce a comprendere i personaggi fino in fondo. 

  • Della trama di Notte ho deciso di farti svelare poco, ma della sua valenza nella formazione dei giovani invece vorrei spendessi due parole. Mi pare sia un discorso che ti sta molto a cuore.

I miei personaggi crescono. Tutti quanti, uomini e lupi. E crescono senza Facebook, Instagram e i vlog su Youtube. Più che di tanti like, hanno bisogno di amare e di essere amati. Ecco, detto sinteticamente il messaggio è questo.

Devo dirti una cosa, però: prima che dare un messaggio o scrivere un libro “educativo”, mi sono sforzata di scrivere una bella storia. Era quello che volevo fare in primo luogo. Spero di essermici almeno avvicinata.

*Il messaggio educativo si basa su una storia che fa battere il cuore a più riprese, ti ci sei molto più che avvicinata. Garantisco.

  • Ultimissima domanda. Visto che la settimana scorsa ho pubblicato il post in cui svelo di aver letto in anteprima il tuo libro, e averti dato il mio contributo come beta-reader, ora sono curiosa di sapere quanto ti sono stata utile.

Il contributo di un lettore beta è fondamentale, soprattutto per un’opera complessa come un romanzo. Le risposte al questionario sono state lette e soppesate una per una, ho tenuto conto di tutto anche se non sempre poi ho accolto la segnalazione. L’importante è che una beta scrittrice, come te, riesca a leggere “da lettrice” e tu sei stata bravissima!

Dovrai rileggere il libro, però, perché in fase di ultima stesura alcune cose sono cambiate. 😛

*Quindi scusate se ora metto il cartello “sono in lettura”, capite bene che mi devo rituffare nel mondo lupesco per scoprire le novità.

Se avete curiosità potete porre le vostre domande e aggiungerle alle mie.
Vi lascio anche il LINK di Amazon dove acquistarlo, sia nel formato cartaceo (9.97€) che digitale (3.99€, gratis se avete KindleUnlimited).

Però occhio, il rischio di innamorarvi dei protagonisti non è da escludere!

 

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La mia intervista a un lettore professionista: Edoardo Camponeschi

11 dicembre 2017 da Nadia Banaudi 14 commenti

Cari lettori, chi ho deciso di intervistare oggi è un gran bel vedere per gli occhi e un bel sentire per le orecchie. Se lo dico è a ragion veduta. Edoardo Camponeschi infatti è tra coloro che ho avuto il piacere di conoscere di persona durante il Bookcity, nella presentazione di Buck e il terremoto.

Non mi ripeterò nell’elogiarlo, ma non potete immaginare la felicità di questa occasione per spulciare in un’attività a me del tutto sconosciuta, e molto, davvero molto, affascinante. Oltretutto non mi ha rilasciato l’intervista su carta ma via audio, l’ho trascritta per voi, traslocando le sue parole direttamente dal timbro caldo che gli auricolari mi regalavano allo schermo del blog.

Benvenuto Edoardo.

Romano di nascita artista di professione. Attore di teatro, lettore. Hai voglia di raccontare come si manifesta una passione come la tua?

Ciao Nadia, la mia passione non nasce proprio da piccolino anche se già durante la scuola media l’insegnante di italiano mi ha notato e consigliato di fare un corso di recitazione. Ma io, pigro timido e introverso pensavo non ce l’avrei mai fatta. Al liceo internazionale poi, intorno ai 15 anni, la professoressa mi diceva “leggici questo bel brano con la tua voce baritonale”, fino a che ho ceduto una sera recitando un pezzo tratto dalla Locandiera di Goldoni. Il problema per seguire un corso di recitazione era  restare a scuola fino alle 18,30 due volte settimana, più tutti gli altri impegni. Quindi… Fino a che, all’ultimo anno di liceo, ho trovato un volantino pubblicitario nella posta, si trattava di un corso di teatro vicino a casa. L’ho visto come un segno. Mi sono iscritto, 13 anni fa, e da allora dopo 4 anni, ho cominciato a lavorare professionalmente a teatro continuando a farlo per gli ultimi 10. Nel frattempo mi sono laureato in comunicazione culturale e forme dello spettacolo.

Al tuo attivo hai la pubblicazione di molti audiolibri, non solo in lingua italiana ma per lo più straniera. Un mercato ancora da scoprire nel nostro paese, come nasce il tutto? Sei dunque un precursore dei tempi e delle mode?

L’idea di registrare un audiolibro nasce in modo curioso. Dopo la lettura di Rose Madder di S. King, in cui lei scappa dal marito e comincia a fare audiolibri, letto intorno ai 20 anni, ne scopro l’esistenza. Per anni ci ho ripensato e, in un periodo di poco lavoro, l’ho ripreso in considerazione. Sulle prime ho fondato il mio canale Ménéstrandise in collaborazione con uno scrittore, poi ognuno ha continuato per la sua strada e ho iniziato a registrare alcuni classici tra cui i racconti di Edgar Allan Poe, che hanno aiutato a far crescere inaspettatamente l’etichetta. Così nel 2011 iniziava la mia avventura. Circa un anno dopo, sono stato scelto per collaborare con il Programma Libro Parlato dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti ONLUS di Roma (ho prodotto più di 80 audiolibri con loro e 40 nel mio studio).

Avendo la possibilità di leggere in inglese, per gli studi fatti, ho intrapreso il percorso in un mondo che già li conosceva da tempo. All’estero sono molto più diffusi che da noi, nonostante in Italia i libri in cassetta nascano negli anni ’60, ma restino confinati a un mercato per i soli ciechi o ipovedenti. Quindi sì, sono stato uno dei primi in Italia, se vogliamo un precursore dei tempi, mentre ora a distanza di qualche anno è un fenomeno che vedo con piacere andare diffondendosi. 

Ci siamo conosciuti per mano del destino. Sei infatti una delle voci del nuovo audiolibro di Buck e il terremoto. Raccontaci come è andata.

Sono stato reclutato da Elisa Elena Carollo, anche lei lettrice. Ci siamo conosciuti qualche anno fa, quando mi ha contattato in maniera molto formale chiedendo di collaborare insieme. E’ stata nuovamente lei a contattarmi per l’iniziativa solidale di Buck e il terremoto, mi ha presentato il progetto e tirato dentro al branco. 

Avendoti ascoltato al Bookcity ho sperimentato l’emozione della tua voce mentre aggiungeva pathos alle parole dei racconti. Immagino ci sia molto lavoro dietro a una lettura e ficcanasando come è mia abitudine ti chiedo: esattamente quanto tempo impieghi e come ti prepari per la lettura di un racconto tipo, diciamo di quattro cartelle?

C’è molto lavoro, ma dipende dal tipo di lettore che si è. Anni di lavoro a teatro mi hanno insegnato molta disciplina e etica del lavoro e che tutte le abilità che si usano nella recitazione teatrale possono essere utilizzate nella lettura degli audiolibri, possono non devono necessariamente. C’è chi ama una lettura più interpretata chi meno. Faccio un esempio, mi è stato detto all’Unione Ciechi che i non vedenti preferiscono una lettura sì appassionata e presente ma non troppo interpretata, perché con una lettura più neutra ma non piatta loro si divertono a immaginare. Non deve esserci imposizione da parte del lettore ( ovvero il lettore non deve mostrare quanto gli piace far sentire il suono della propria voce).
Esistono poi tipi di lettori diversi, c’è chi si legge tutto in anticipo, chi prende appunti, o chi sviluppa un senso di affinità immediata con i libri. Appartengo a quest’ultima categoria. Per quanto riguarda i tempi: circa 2 ore di registrato in italiano per produrne una di lavoro.

Immagino non sia sempre tu a scegliere i lavori, ma anzi adattarti alla richiesta.

Io non li scelgo mai. Mi vengono commissionati. All’Unione Ciechi mi viene assegnato un libro dopo l’altro senza conoscere in anticipo ciò che leggerò.

Scommetto di aver destato l’attenzione a molti autori che stanno seguendo l’intervista. Sentire leggere il proprio lavoro da una voce modulata che enfatizza i passaggi salienti, che accompagna passo passo distendendo la tensione è indiscutibilmente un valore aggiunto. E proprio soffermandomi sull’ultima parola. Arriviamo al valore.

Volendo usufruire del servizio di un lettore professionista come te, i prezzi su quanto si aggirano?

Un’ora registrata si aggira tra i 150€ e 200€ l’ora di prodotto finito. Costo motivato dallo studio del software, della parte fonica, l’attrezzatura, la produzione, il post produzione, il caricamento dei file. Non si tratta di un semplice mi siedo e leggo, come per un grafico, un traduttore, un editor, può sembrare semplice visto da fuori, ma in realtà non è così.

In privato ti ho elogiato paragonandoti al bravissimo Luca Ward, ma tu quali “idoli” del settore hai?

Non ho idoli nell’ambiente dei doppiatori. Anzi è un ambiente troppo idolatrato che non mi piace affatto. Ho invece tra i narratori americani scovato il re degli audiolibri. Non uno con il mega studio famosissimo. Un signore sulla settantina che aveva iniziato 30 anni prima in uno mini studio nella cantina di casa sua, semi insonorizzata, producendo centinaia di audiolibri. Ecco l’essenza della lettura. Una stanza e un lettore seduto. Nessun arricchimento con effetti sonori e musichette varie, il lettore deve essere al totale servizio della storia che legge, un mezzo come se fosse l’inchiostro sulla pagina. Stimo molto una persona come lui perché non sono io quello che deve essere ascoltato, ma la storia.

In questo momento della tua carriera su cosa ti stai focalizzando? Quali aspettative hai per il futuro?

Mi sono stancato della recitazione teatrale, dopo 10 anni con più di 40 spettacoli diversi e 500 rappresentazioni a spettacolo, ho bisogno di rifiatare e capire la direzione da prendere. Vorrei far crescere il mio studio. Avendo conosciuto tempo addietro molti attori anglofoni vorrei costruirmi una scuderia di diversi narratori, di varie età, con accenti inglesi diversi. Sto provando a far crescere l’audiolibro in Italia. Contatto piccole case editrici o autori indipendenti per far comprendere loro che produrre audiolibri non costa poi così tanto e non è difficile, come se si stampasse un libro. 

So di essere estremamente sfacciata, ma ci omaggeresti della tua voce come saluto finale? Lo dico come regalo a tutte le donne.

I Giorni Perduti di Buzzati, poco meno di tre minuti https://youtu.be/2iG9ZiViT3w

Ringrazio di cuore Edoardo Camponeschi per aver raccontato un po’ di questo mondo ancora piuttosto sconosciuto e vi lascio i suoi recapiti per fare un giro nel suo canale youtube, o sulla sua pagina facebook  e sul sito dello studio.

Auguro a Edoardo una promettente carriera, ma non ho dubbi che sentirete sempre più parlare di lui!

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La mia intervista a Maria Teresa Steri e il suo nuovo libro: Come un Dio immortale

4 dicembre 2017 da Nadia Banaudi 29 commenti

Oggi vi propongo un’intervista dal sapore particolare. Torna un’amica che già  conoscete per il suo romanzo precedente (Bagliori nel buio). Non voglio in realtà svelarvi troppo del suo ultimo libro, che mi ha stregato, ma semplicemente ingolosirvi tentandovi. Quindi accomodatevi. [Per saperne di più…] about La mia intervista a Maria Teresa Steri e il suo nuovo libro: Come un Dio immortale

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La mia intervista a Laura Frassetto

5 ottobre 2017 da Nadia Banaudi 5 commenti

Un angolo sconosciuto di Laura Frassetto è un libro edito in seguito a una campagna di crowdfunding. In qualche mese è stato scritto, poi per anni riscritto; in sei mesi ha concluso la campagna e dopo un anno e mezzo di revisione è stato finalmente pubblicato. L’esperienza migliore che ne ricorda la sua autrice è stata riscuotere interesse nel corso delle presentazioni, la peggiore il disinteresse che ricevevano i tentativi di trovare lettori.

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La mia intervista a Silvia Algerino

27 settembre 2017 da Nadia Banaudi 15 commenti

Silvia Algerino sceglie il crowdfunding per sperimentare nuove vie nella pubblicazione del suo primo romanzo. Dopo aver impiegato diversi anni a scriverlo, solo 63 giorni per concludere la campagna, un anno e mezzo di lavoro di editing. Ammette di aver vissuto tutto il periodo in maniera tranquilla, poiché di solito non ha molta fretta e ritiene che anche l’esperienza più negativa abbia avuto un risvolto positivo, mentre quelle positive sono state molte: dal mettersi in gioco all’imparare molte cose nuove, all’incontrare belle persone. 

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La mia intervista a Riccardo Moncada: L’inevitabile crudo destino

11 settembre 2017 da Nadia Banaudi 19 commenti

Oggi sono felice di presentarvi Riccardo Moncada al suo esordio letterario con il romanzo L’inevitabile crudo destino.

Un bel giallo d’azione, con personaggi ironici e spumeggianti, in grado di far immergere nel clima siculo, come la copertina dai colori sgargianti che racchiude l’anima del libro, succosa come i frutti rappresentati, non privi di spine.
Una lettura piacevole, molto stimolante, un libro che vi stra-consiglio di leggere. [Per saperne di più…] about La mia intervista a Riccardo Moncada: L’inevitabile crudo destino

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