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Nadia Banaudi

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L’insospettabile storia di una gentilezza

14 Novembre 2019 da Nadia Banaudi 22 commenti

L’insospettabile storia di una gentilezza

È notizia di qualche giorno fa che esiste anche il giorno della gentilezza. Lo ammetto, io divento il puffo brontolone quando sento proclamare la giornata di... proprio quello che diceva sempre “Io odio”. Anche se si tratta di un giorno bello come questo che promuove atti gentili alla portata di tutti.

Il motivo è semplice: ciò che dovrebbe essere regolato dal buon senso spesso ha bisogno di una vera e propria regolamentazione, dunque nasce la necessità di riempire il calendario di memorandum circa le occasioni da osservare.

Così essere gentili è sdoganato che può anche non nascere in maniera spontanea ma diventare un vero e proprio codice di comportamento, come l’essere educati. Quindi sulla scia di questa giornata, che mi ha lasciato un po’ interdetta e in compagnia delle mie elucubrazioni sulle cose interessanti e salvabili in questi tempi odierni, anche io ho sperimentato i suoi effetti.

Promuovere atti di gentilezza a casaccio mi pare un bel gesto sempre, ogni giorno dell’anno, anche e soprattutto se non si è predisposti.

Così qualche giorno fa mi capita di andare a sondare il terreno in un nuovo locale, nell’eventualità di portarci mio figlio a festeggiare il suo compleanno. Mi capita di restarne abbagliata, un po’ stupita e tanto tanto ammirata. Come al mio solito poi, dopo aver provato personalmente una delle attrazioni, mi capita anche di scambiare due chiacchiere con il proprietario che si trasformano in quattro, otto e tutti i multipli derivanti, corredate da domande, curiosità fino a che non mi dico soddisfatta. Anche se l’ultima riguarda la scoperta quasi per caso di questo locale a dir poco inusuale per la piccola cittadina in cui vivo. Ecco che scopro che nessuno si è mostrato interessato a divulgare la notizia, nessun giornale locale, nemmeno online, nemmeno se interpellato. E già perché tutto oggi gira intorno alla moneta, quella che si usa per comprare anche quel pizzico di informazione circa l’apertura di nuove attività. Così mi faccio avanti e senza promettere nulla saluto dicendo che ne parlerò a un amico. Un istante dopo la mia chiacchiera facile si svuota in un vocale in cui informo l’amico giornalista circa l’esistenza di quella che io non fatico a definire una vera “Figata”. La sua risposta poco dopo è: cosa ne dici di scriverlo tu l’articolo? Ti lascio alcune dritte circa il carattere da usare, la lunghezza, etc. Detto fatto e oggi, nella sua versione cartacea de La Riviera esce l’articolo, rimaneggiato e reso perfetto per la stampa dalla sua professionalità.

Gentilezza porta gentilezza, e io che non ho nessun titolo per scrivere su un giornale, mi ritrovo citata nella firma di questo articolo felice per aver promosso un locale davvero interessante.

Così mi sono detta che magari tutti ci provano a essere gentili. Magari motivati da una restituzione del fato. E fare qualcosa tipo muovere il braccio per raccogliere un oggetto caduto a terra, restituire un piacere, fermarsi a un incrocio potrebbe diventare anche una sana abitudine.

Chissà se per caso leggendo il mio post, il più insospettabile degli indifferenti non mi diventa gentile e regala un sorriso di stupore e piacere a qualcuno, rendendo la sua giornata migliore e degna di essere replicata.

Secondo me quel famoso battito d’ali di una farfalla può scatenare un uragano… e questa volta positivo.

Ps. E comunque provateci a immergervi per una volta in un’esperienza di realtà virtuale, è una figata pazzesca!

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Archiviato in: Senza categoria Etichettato con: gentilezza, realtà virtuale

Interazioni con il lettore

Commenti

  1. Brunilde dice

    14 Novembre 2019 a 17:23

    Nadia sei un mito: giornalista!
    Oltre che gentilezza, il tuo gesto significa fare rete, mettere in contatto le persone, sviluppare e incentivare idee. Bravissima!
    Io continuo a rimanere male per i comportamenti sgarbati e scortesi, e mi emoziono stupita davanti al più piccolo gesto gentile.
    La gentilezza è un grande dono, dovremmo tentare di usarla come strumento per disinnescare la sguaiatezza del tempo in cui viviamo e rendere l’ambiente più umano. Proviamoci!

    Rispondi
    • Nadia Banaudi dice

      15 Novembre 2019 a 20:46

      Sono perfettamente d’accordo con te. La gentilezza dovrebbe essere usata di continuo per disinnescare la sguaiatezza forse riusciremmo a intravvedere in tutti quanti il lato bello che spesso resta incelofanato.

      Rispondi
  2. Giulia Mancini dice

    14 Novembre 2019 a 18:18

    Come sempre Nadia sei un vero portento! La realtà virtuale non l’ho mai provata (c’era una mostra in un museo tempo fa a Bologna che permetteva di fare un tour virtuale a cui purtroppo non sono riuscita ad andare), sei stata troppo carina a pubblicizzare questa bella iniziativa di questo locale, essere gentili e, nel tuo caso, fare rete è una cosa davvero bella, trasmetti un grande entusiasmo.

    Rispondi
    • Nadia Banaudi dice

      15 Novembre 2019 a 20:49

      La realtà virtuale era una di quelle cose che mi hanno sempre incuriosito e anche impaurito, ma mai quanto le montagne russe che infatti non ho mai provato di persona, mentre nella prova ho sperimentato un bellissimo viaggio tra sali e scendi folli. Se mai aprissero un locale del genere dalle tue parti mi raccomando non fartelo scappare.

      Rispondi
  3. i dice

    14 Novembre 2019 a 23:31

    Iniezione di futuro, di fiducia e di gentilezza.
    GRANDE Nadia!
    No, non ho mai provato la realtà virtuale, ma non metto limiti.
    Un caro abbraccio e bentornata nel tuo bel blog, ci manchi, sai?

    Rispondi
    • Nadia Banaudi dice

      15 Novembre 2019 a 20:51

      Grazie Sandra, anche voi mi mancate tanto ma credo che mi riuscirà di fare capatine improvvise senza più garantire appuntamenti fissi. Come dicevo a Giulia, se ti capita, prova la realtà virtuale, è davvero molto divertente e entusiasmante, certo a piccole dosi…

      Rispondi
  4. Sandra dice

    14 Novembre 2019 a 23:32

    Ho combinato qualche pasticcio col nome…

    Rispondi
    • Nadia Banaudi dice

      15 Novembre 2019 a 20:51

      No tranquilla, eri finita in moderazione, tutto risolto.

      Rispondi
  5. Elena dice

    15 Novembre 2019 a 8:51

    Nadia la realtà virtuale non l’ho mai provata (sò antica) ma di sicuro dopo questo articolo lo farò alla prima occasione!
    Intanto complimenti per l’articolo, è una gran bella soddisfazione, e poi, chissà, da cosa nasce cosa.
    Poi mi associo completamente alla tua orticaria da giorno comandato, perché in tema di gentilezza questa va praticata sempre (io stessa me ne dimentico troppe volte), anche se dobbiamo ammettere che è stato proprio il giorno della gentilezza a ispirarti quei gesti e questa riflessione… Mumble mumble…
    Goditi questo momento speciale in cui l’universo ti ha restituito subito un gesto gentile. non capita sempre.
    Bentornata sul tuo blog, vacanziera! :))

    Rispondi
    • Nadia Banaudi dice

      15 Novembre 2019 a 20:55

      Ma che dici antica! Sono novità non ancora distribuite in tutto il territorio ma sono certa che presto ci sarà anche dalle tue parti. Speriamo che l’universo non si stanchi e in una sorta di pareggio galattico offra a tutti gli animi gentili un piccolo dono! Eh magari vacanziera, me le sogno sempre le ferie, prima o poi le farò anche io.

      Rispondi
  6. Maria Teresa Steri dice

    15 Novembre 2019 a 12:14

    Brava davvero! Hai proprio la curiosità e l’istinto della giornalista. Tra l’altro sembra proprio un posticino interessante e alternativo che vale la pena di essere promosso. Complimenti per l’articolo, chissà che da cosa nasca cosa. Vedere la propria firma poi è sempre una bella emozione.

    Rispondi
    • Nadia Banaudi dice

      15 Novembre 2019 a 21:01

      Tu dici? Quando ho iniziato come la curiosa impertinente ero proprio calata nel personaggio e mi sentivo una giornalista peperina anche se protetta dallo schermo del pc. Trovarmi sul campo e trascrivere le mie opinioni cercando di restare il più obiettiva possibile non è stato facile. È una sensazione strana che rasenta il sentirsi importante e allo stesso tempo un po’ sfrontata. Decisamente un ruolo che comunque mi attrae parecchio

      Rispondi
  7. newwhitebear dice

    15 Novembre 2019 a 17:40

    Partendo dalla gentilezza hai parlato di realtà virtuale. Sarà come dici ma tutto quello che è virtuale è poco reale. Certo il blog si ha a che fare con persone virtuali, spesso ma non sempre, ma resto sempre diffidente sul virtuale.
    Comunque queste giornate mi sembrano solo un espediente commerciale o di marketing. Uno è gentile sempre oppure non lo è mai.

    Rispondi
    • Nadia Banaudi dice

      15 Novembre 2019 a 21:05

      La realtà virtuale è proprio tutto tranne che reale, infatti piuttosto inquietante nel momento in cui per alcune persone si trasforma nell’unico mondo in cui rifugiarsi. Però altrettanto utile per chi non ha altri modi per vivere alcune situazioni. Mi sono venute in mente per esempio persone disabili o malate impossibilitate a vivere esperienze estreme. Ovviamente tutto quello che nasce come gioco tale deve restare…

      Rispondi
  8. Barbara dice

    15 Novembre 2019 a 17:54

    Brava Nadia!
    In questo periodo è successa una cosa curiosa pure a me, anche se non esattamente il giorno della gentilezza. Avevo ricevuto un contatto interessante, ma a cui non potevo dare seguito. Anzi, la cosa mi faceva pensare fosse l’attività giusta, su misura, per un’amica. Mi frenava solo il fatto che già in passato mettere in contatto diverse persone ha finito per rendermele ostili, come se fosse colpa mia se poi non hanno concluso. Ci ho provato lo stesso, incrociando le dita. Beh, è andata alla grande. Tutti felicissimi, io per prima perché dal risultato sembra un incastro perfetto! 🙂

    Rispondi
    • Nadia Banaudi dice

      15 Novembre 2019 a 21:11

      Eh ma io la conosco la storia che ha reso te la fautrice del gesto gentile, e ti posso assicurare che ha reso molto felice colei a chi l’hai donata. È proprio bello quando l’universo si impegna a incastrare alla perfezione le cose, rende tutto più facile e interessante.

      Rispondi
  9. Calogero dice

    15 Novembre 2019 a 21:07

    A sentire il caro Alfonso Capone, per gli amici Al, con una parola gentile e una pistola si ottiene più che solo con una parola gentile 😀 😀 😀
    Scherzi a parte, mi congratulo per la tua esperienza da redattrice.

    Rispondi
    • Nadia Banaudi dice

      15 Novembre 2019 a 21:13

      Ah il caro Al ne sa una più del diavolo e mi sa che ha ragione, chi è in grado di rifiutare un gesto adeguato davanti a una pistola?! Io preferisco il solo gesto gentile, ma lo ammetto a volte è davvero una fatica!

      Rispondi
  10. Grazia Gironella dice

    16 Novembre 2019 a 22:06

    Sulla gentilezza a comando anch’io ho qualche perplessità, ma forse basta una spintarella a fare uscire il meglio dalle persone, che già esiste… e allora diamola, ‘sta spintarella! Complimenti per il risultato, giusto esito per una giusta motivazione. 🙂

    Rispondi
    • Nadia Banaudi dice

      18 Novembre 2019 a 16:48

      Speriamo Grazia basti una spintarella, i tentativi si fanno poi ognuno coglierà quello che gli è più comodo.

      Rispondi
  11. Marina dice

    20 Novembre 2019 a 8:27

    Beh, Nadia, dillo a me, che sulla realtà virtuale così concepita ci ho scritto un romanzo! È un’idea fighissima e la tua iniziativa lodevole.
    Anch’io sono refrattaria a tutte le giornate dedicate, per me amore per il prossimo, per i nonni, per gli amici… è quanto di più normale si possa vivere nella vita. Avere bisogno di una regola fissata su un calendario per dare o ricevere un abbraccio o una gentilezza è davvero sciocco.
    In fondo basta poco: entusiasmo, uno spirito disponibile e nessun interesse secondario per fare un gesto carino ed efficace, come quello che hai fatto tu.

    Rispondi
    • Nadia Banaudi dice

      20 Novembre 2019 a 20:36

      È vero, ricordo ancora quando lo lessi e mi sembrò tutto così vivido e allo stesso tempo incredibile. Quello che mi fa pensare che le cose semplici siano anche quelle più complicate è proprio il fatto che ci sia bisogno di ricordarle di continuo…

      Rispondi

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