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Nadia Banaudi

Svolazzi e scritture

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Confidenze

Tradimento in diretta

5 Dicembre 2018 da Nadia Banaudi 20 commenti

Da qualche giorno il mio matrimonio, che pensavo potesse durare per il resto della vita, somiglia sempre più a un buco nero in grado di fagocitare ogni slancio di energia. Eppure ci credevo in noi due.

Marcello dall’uomo meraviglioso, pieno di attenzioni e carinerie dei primi anni, si è lentamente trasformato nel perfetto stereotipo del menefreghista. In casa non dà una mano, si ritaglia i suoi spazi più volte a settimana con gli amici e diventa un noioso pantofolaio se chiedo di uscire o un sostenitore della sana corsetta se lamento dolori da ciclo. Quasi a chiarire che abbiamo due vite in parallelo destinate a non raggiungersi mai.

Siamo sposati da cinque anni ma non lo riconosco più. Non è quello che mi abbracciava guardando i tramonti, progettava viaggi ai confini del mondo da fare insieme, mi chiamava “zuccherino” e faceva il geloso se parlavo dei miei clienti preferiti: i vecchietti del quartiere. Lavoro in un piccolo Discount a due isolati da casa e…

Continua su Confidenze n°50 del 4/12/2018

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Falso bivio

1 Novembre 2018 da Nadia Banaudi 10 commenti

Fisso il soffitto da un paio di minuti interminabili che mi sembrano ore. Oggi è stata una giornata davvero strana. Ho toccato i due apici delle emozioni con la stessa notizia a distanza di poco tempo. Prima la felicità pura mista all’estasi e poi il terrore assoluto peggio di un horror. E infatti sono ancora qui che mi domando come una notizia possa trasformarsi da bella a brutta solo a seconda di chi la ascolti.

Spero il soffitto mi sveli il mistero, anche se dubito esista una ragione. Ma temo di come ancora la stessa notizia possa venire accolta da mio marito e scoprirne il nuovo volto.

Io e Michele siamo sposati da due anni. Insegnante precario lui e operaia con contratto a rinnovo settimanale io.

Si vivacchia.

Continua su Confidenze N° 45 30/10/2018

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Tempesta e Kitty

10 Ottobre 2018 da Nadia Banaudi 10 commenti

«Questa casa è troppo piccola per prendere animali domestici. Mi spiace, fatevene una ragione.»

Ai nostri figli, di 11 e 10 anni, da tempo è la risposta a qualunque richiesta di adottare un cagnolino di piccola taglia e altri pelosetti di moda al momento. Io e il papà ogni volta ci guardiamo con la triste consapevolezza di aver dato loro l’ennesima delusione, ma davvero in quei pochi metri ci giriamo a malapena noi. Fino al giorno in cui sboccia un grande, grandissimo inaspettato amore e tutto cambia.

È il 4 aprile del 2017 quando i miei genitori ci invitano a cena per mostrare ai nipotini una fantastica sorpresa.

In una scatola da scarpe, nel loro garage, sono da poco venuti alla luce cinque gattini. La mamma è una bella gatta randagia girondolona dei dintorni, piuttosto dolce negli ultimi tempi, quando la pancia le raschia terra per il fagotto che custodisce. Da allora si lascia avvicinare tanto da iniziare il rapporto con loro. Magia di una ciotola di cibo fresco e una di acqua giornaliera. Così sceglie di restare nella cuccia improvvisata per la notte, imbottita di maglie di lana infeltrite. È lì che mio padre scopre, qualche notte più tardi, l’affollato nido. La gatta non ha padroni, men che meno i nuovi arrivati. Pare abbia scelto la sua nuova famiglia adottiva.

Continua su Confidenze n° 42 09/10/2018

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Key, il mio nuovo amico

24 Settembre 2018 da Nadia Banaudi 21 commenti

La scorsa settimana ho avuto attimi di paura infiniti. Sudori freddi ingestibili mi scivolavano dalla fronte fin dentro al cuore facendolo, a ritmi alterni, restare in apnea e altri correre come un purosangue in competizione. E il tutto perché uno stupido oggetto, privo di volontà propria ha deciso di spiazzarmi, dimostrando di essere tutt’altro.

[Per saperne di più…] su di noiKey, il mio nuovo amico
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Ultimatum

31 Agosto 2018 da Nadia Banaudi 20 commenti

Ultimatum

«Dovresti andartene.» Sono le parole pronunciate da mio figlio Giorgio, 16 anni, alla fine della serata che ha visto cambiare radicalmente la nostra vita.

Sono ancora sotto shock mentre ricostruisco il quadro dell’ultimo periodo dandomi della stupida e della cieca. Quelle parole sarebbero dovute uscire dalla mia bocca, non la sua.

Appena ho messo piede in casa dal lavoro, ho avvertito un’atmosfera strana, senza riuscire a decifrarla.

Il ragazzo è nervoso. Non per la scuola, non per gli allenamenti di calcio, non per la ragazzina… Mi fa cenno di no a ogni domanda, mentre con lo sguardo cupo trapassa gli oggetti. Mi metto ai fornelli e ai miei “come è andata oggi? ” ricevo dei silenzi pesanti.

Sono settimane che in casa l’aria è cupa. Io e suo padre ci parliamo a stento. I motivi? Il conto corrente in rosso; la paura di perdere la casa per le rate da saldare; il rapporto sterile tra noi; una vita noiosa scandita da troppi “devo” e pochi “finalmente”e mai nemmeno il tempo di respirare. In una sola parola: tutto pare schiacciarci sotto il peso degli obblighi

Continua su Confidenze N° 27 26/06/2018

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Buon compleanno a me

7 Marzo 2018 da Nadia Banaudi 18 commenti

Buon compleanno a me

I pensieri sono scivolati in fretta sotto la doccia, lungo lo scarico dell’acqua. Con le lacrime sono scappate le certezze, le speranze e il pizzico di autostima rimasta. Gli altri a stento riesco a trattenerli.

Davanti allo specchio non è me che vedo, ma una di quelle maschere di carnevale con gli occhi e la bocca all’ingiù. Piena di amarezza, delusione e sconforto. Eppure tutti mi conoscono come Anna la tosta che regge bene la vita e i suoi colpi. Forse però è arrivato il momento di gettare il travestimento. Sono stanca. Sembro forte, ma in realtà sono sconfitta.

Il mio matrimonio è arrivato al capolinea. Dopo quattro anni insieme, io e Dario siamo un totale fallimento. Meriteremmo di meglio entrambi, tipo essere felici, invece di vivere nel castello di carta giornate no, una dietro l’altra.

Oggi per esempio mi sento persa. Ho tagliato i capelli come vuole la moda. Un taglio asimmetrico, corto a sfidare l’abitudine con quella coda lunga, ondeggiante sulle spalle che mi fa sbarazzina. Un cambiamento radicale, per essere meno prevedibile. Un segno di carattere come quello che vorrei far penetrare dentro.

Mi passo la mano a districarli e fatico a riconoscermi. Li ho tagliati per rabbia, di getto, come dispetto. La parrucchiera parlava, parlava convinta fossi lì, pronta alla metamorfosi che mi prospettava, con il suo vedrai che meraviglia, poi!

Ma io pensavo a lui, cocciuta. Speravo mi avrebbe notata. Nella testa scorreva già il film: sentivo i suoi complimenti gratificarmi, il suo sguardo farsi interessato e i suoi modi più gentili tornare quelli di un tempo. Dedicarmi la serata. Illusa.

Continua su Confidenze n°11 06/03/2018

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